venerdì 16 maggio 2008

UNA CARITA'.

A Barcellona una sera, dinanzi ad un caffè, un povero diavolo cantava l'aria della Calunnia nel Barbiere di Siviglia ( Di Gioacchino Rossini ), accompagnandosi con una chitarra. Ridevano tutti, ma erano risa di beffa perchè la voce del cantore era rauca, e la chitarra scordata. Quando il disgraziato, che aveva la fame scritta in tutta la persona, ma più negli occhi, andò in giro per raccogliere l'elemosina, il primo a cui si accostò gli disse una villania, e il secondo gli volse le spalle. Il meschinello allora non osò proseguire il suo giro, mandò intorno uno sguardo smarrito, raccattò il berretto, che aveva deposto a terra, e fece atto di andarsene. Noi eravamo seduti lì presso, ed io aspettava, col mio obolo in mano, che il disgraziato cantore si avvicinasse. Sai tu che fece Iginio? Con uno sguardo ridente mi disse: Aspettami. Poi lasciò il tavolino e raggiunse il mendicante. " Prestami la tua chitarra " gli disse. - E là, in faccia a tutta la gente del caffè, in mezzo alla folla dei passanti che ingrossava sempre intorno a noi, cantò, come sapeva far lui, l'aria della Calunnia.
- Era una cosa bella; una cosa bella, sebbene la chitarra fosse scordata. Gli applausi che scoppiarono in ultimo mi commossero. Restituì la chitarra al poveraccio, e lo mandò in giro a raccogliere l'obolo... Ad ogni moneta che veniva buttata nel suo berretto, quell' infelice vi lasciava cadere una lagrima.

Salvatore Farina.

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