venerdì 9 maggio 2008

IL PIPISTRELLO.

il pipistrello, appostato e ghermito dal gatto, si fece a dirgli: " Compare, credi tu di fare il tuo prediletto pasto di un topo? Non vedi alle mie ali che io non sono topo, ma uccello? e per di più sappi che la mia carne puzza di selvatico che ammorba. Lasciami andare, che ti additerò ben io dove potrai fare un fianco ( fare un pasto eccellente e abbondante) da imperatore ". Il gatto sghermì ( qui significa ritrasse le unghie e lo lasciò libero) ; e il pipistrello volò via. Poco appresso però fu preso alla rete da un cacciatore, il quale stava già per mettergli le mani addosso, quando l'amico si fece a dirgli: " Messere, avete fatto mala preda: quardatemi bene: non lo vedete? io sono un topo e non un uccello ". Il cacciatore apre le reti e il caro pipistrello leva il volo e s'allontana, beffando in cuor suo la dabbenaggine così del gatto come del cacciatore, ed esaltandosi in se medesimo della sua astuzia ( così operano molti furbacchioni che mai non mostrano chiaramente la loro natura).

Pietro FANFANI.

Nessun commento: