domenica 25 luglio 2010

Paganini non ripete.

La frase è di uso comune e si adopera a volte stizzosamente, quando, dette parole di rimprovero, vogliamo far sapere, che non saranno ripetute, che una seconda volta, dalle parole passeremo ai fatti; si usa anche scherzosamente, quando qualcuno vorrebbe che ripetessimo una frase spiritosa, un discorso burlesco. E l'origine? Eccola:
Nicolò Paganini, genovese (i784-1840) violinista meraviglioso, forse il più grande d'ogni tempo, una sera del 1825 sonò davanti al re Carlo Felice. Questi, alla fine della sonata, entusiasmato, chiese il bis e il maestro rifiutò. Il re insistette e Paganini orgogliosamente gridò:
-Paganini non ripete.-
Tale insolente risposta gli fruttò l'espulsione dal Regno per due anni.
Forse il rifiuto derivò dal fatto che il grande maestro aveva improvvisato, come spesso gli avveniva, il pezzo di musica.

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