lunedì 5 aprile 2010

Castore e Polluce...

che i greci chiamarono anche Tindaridi, essendo nati da Tindaro, re di Sparta, e di Leda, nobile donna dell'Etolia, furono giovani bellissimi, avvezzi alle fatiche, abili alle armi, noti a tutti per la grandezza dell'animo e la fortezza del corpo. Polluce acquistò molta fama combattendo col cesto, nel quale nessuno gli fu pari in quel tempo; Castore addivenne celebre domatore di cavalli. Avendo i pirati reso difficile alla navigazione l'arcipelago, con poche navi li inseguirono e li uccisero; così ebbero a comune, oltre la fama del circo, anche la gloria delle armi. Si dice che i due fratelli fossero coetanei di Giasone, e con lui partissero pieni di audacia per la Colchide per impadronirsi del vello d'oro. Ma la navigazione non fu a quei forti molto propizia. Infatti, essendo partiti dal porto di Iolco, città della Tessaglia, una grande tempesta si levò d'improvviso, e già era sul punto di affondare la bella nave, quando apparve una lucida fiammella, simile a piccola stella, la quale, discendenndo dal cielo, si fermò sulla testa dei due fratelli, e nello stesso tempo tornò il cielo sereno. Allora tutti salutarono gli amici dei naviganti, come i signori e i dominatori del mare. Compiute molte nobili imprese, dopo la morte, da uomini furono fatti dei, e, collocati nel cielo, formarono la luminosa costellazione dei gemelli.

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