mercoledì 18 giugno 2008

ADDIO ALLA GIOVINEZZA.

Addio fresca e spensierata giovinezza, eterna beatitudine dei vecchi numi d'Olimpo, e dono celeste ma caduco a noi mortali! Addio rugiadose aurore, sfavillanti di sorrisi e di promesse, annuvolate soltanto dai bei colori delle illusioni! Addio tramonti sereni, contemplati oziosamente dal margine ombroso del ruscello, o dal balcone fiorito! Addio vergine luna, inspiratrice della vaga melanconia e dei poetici amori, tu che semplice scherzi col capo ricciutello dei bambini, e vezzeggi innamorata le pensose pupille dei giovani! Passa l'alba della vita come l'alba di un giorno; e le notturne lagrime dal cielo si convertono nell'immensa natura in umori turbolenti e vitali. Non più ozio ma lavoro, non più bellezza ma attività; non più immaginazione e pace , ma verità e battaglie. Il sole ci risveglia ai gravi pensieri, alle opere affaticate, alle lunghe e vane speranze, e s'asconde la sera lasciandoci un breve e desiderato premio d'oblio. La luna ascende allora la curva stellata del cielo, e diffonde sulle notti insonni un velo azzurrino e vaporoso, tessuto di luce, di mestizia, di rimembranze e di sconforto. Sopraggiungono sempre più torvi ed accigliati, come padroni malcontenti dei servi; sembrano vecchi cadenti all'aspetto, e più son canute le fronti, più le orme loro trapassano rapide e leggere. E' il passo dell'ombra che diventa gigante nell'appressarsi al tramonto. - Addio atrii lucenti, giargini incantati, preludi armoniosi della vita!... Addio verdi campagne, piene di erranti sentieri, di pose meditabonde, di bellezze infinite, e di luce, e di libertà, e di canti d'augelli! Addio primo nido d'infanzia, case vaste ed operose, grandi a noi fanciulli, come il mondo agli uomini, dove ci fu diletto il lavoro degli altri, dove l'angelo custode vegliava i nostri sonni consolandoli di mille visioni incantevoli! Eravamo contenti senza fatica, felici senza saperlo e il cipiglio del maestro, o i rimbrotti dell'aja erano le sole rughe che portasse in fronte il nostro destino! L'universo finiva al muricciolo del cortile; là dentro se non era la pienezza di ogni beatitudine, almeno i desiderii si moderavano, l'ingiustizia prendeva un contegno così fanciullesco, che il giorno dopo se ne rideva come d'una burla.

Ippolito Nievo.

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