lunedì 4 maggio 2009

Voce dal sen fuggita.

Dei nostri segreti siamo padroni finchè essi sono dentro di noi, ma quando li confidiamo, anche con mille preghiere di silenzio, a qualcuno, non possiamo essre sicuri che essi non siano rivelati. Così pure, se noi sentiamo il desiderio di rimproverare, di ingiuriare, di sfogare un rancore e siamo incerti se non sia meglio frenarci, pensiamoci bene prima, per non pentirci dopo; dopo sarebbe troppo tardi.
La natura, mettendo davanti alla lingua il molle riparo delle labbra e la dura chiostra dei denti, sembra averci ammoniti di essere prudenti prima di parlare.
Spesso, per ricordare tale prudenza si dice: " Voce dal sen fuggita", e non si finisce la strofetta, perchè essa è conosciuta da tutti. La strofetta è di Pietro Metastasio e si legge nel suo melodramma Ipermestra (atto II, scena I):

Voce dal sen fuggita
più richiamar non vale;
non si trattien lo strale
quando uscì dall'arco

Dal libro di D. Provenzal " Perchè si dice così? Ed. Hoepli

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