mercoledì 4 febbraio 2009

TIREMM INNANZ'.

Il 1° febbraio 1831, un modesto tappezziere milanese, Amatore Sciesa, condannato a morte dagli Austriaci quale cospiratore, veniva condotto al supplizio. Si disse poi che un gendarme, durante il percorso dal carcere al patibolo, gli promettesse l'impunità e una grossa somma di denaro perchè rivelasse i nomi dei suoi compagni. Ma lo Sciesa, arrivato davanti alla propria casa, avrebbe risposto sdegnosamente: "Tiremm innanz!". Ossia: " Proseguiamo". Meglio dunque andare alla morte che macchiarsi di infamia. Lunghe ricerche di eruditi hanno dimostrato che si tratta di una leggenda. Lo Sciesa andò al luogo del suo martirio senza pronunciare una parola. Rimane sempre il fatto che fu un eroe e che non denunciò mai nessuno dei suoi amici. Strano è che la frase di sapore eroico si ripete oggi in un senso tutto diverso. Quando uno qualunque, afflitto soltanto da quei consueti malanni che sono nella vita di tutti, si sente domandare: " Come stai?", risponde: " Tiremm innanz!" con indifferente, mediocre, un pò comica rassegnazione.
Dal libro di D. Provenzal Perchè si dice così? Ed. Hoepli.

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