domenica 25 gennaio 2009

Venafro...


una muniatura su tazza e su piattino da caffè di porcellana della Real Fabbrica Ferdinandea, 1785-1788. Acquerello di G Dura, 1827-28. Abito di fine '800 fotografato nel 1984.


1 commento:

Antò ha detto...

E’ tempo di allegria!
Ogni volta che torno a Venafro mi assale l’ansia dei ricordi. Ripercorro le vie, i luoghi e gli spazi alla ricerca di tracce che evocano l’infanzia. Il tempo è poco e resta sempre il cruccio per non aver parlato abbastanza con Benigno. Ed ecco il suo blog, riparatore. In questi giorni di baldoria non potevano mancare le foto che ricordano il Carnevale venafrano della nostra gioventù. Il tuo è diventato il blog della memoria condivisa, Io sono vigile. Memoria condivisa non è condivisione. In altre parole, le foto del folklore saranno belle, interessanti, epocali, ma rispecchiano un mondo a me ostile, che non mi appartiene. Io sono stato sempre un partigiano del semplice, della gente comune che per manifestare i suoi sentimenti non si rifugia nei castelli, nelle dimore dei ricchi. Noi percorrevamo i vicoli e le strade di Venafro per divertirci e far divertire. Carnevale è un’occasione per sfoggiare il nostro sentimento della Semplicità, cantare, Ridere e recuperare l’ottimismo della gente venafrana che partecipava al Carnevale del 3 marzo 1946. Nel 1954 ce lo ricordava Rosa. Ogni tanto cantava: “ Largo, largo alla follia, alla diva dei banchetti / Largo a lei, che per la via, sparge i fiori ed i confetti / Visi brutti, visi belli……. / Pigli il mondo come viene, mandi al diavolo le cure. Interveniva Antonio a ricordarci la crisi petrolifera con la bell’idea per il Carnevale “ Vino e austerità”. Carmelina, sempre un po’ riservata: “ Antonio Ti ricordi quando eri il settimo figlio e volevi darmi un mescolo di pasta e fagioli e mi sono arrabbiata?”. Così nel fiume dei ricordi si avventurano Nicolino, Rita, Caramanna, Nicandro, Assuntina, Flora, Ernesto, Giuseppe e Benigno e gli altri amici di cui non ricordo il nome. I simpatici visi sì! Eravamo da Di Meo per la foto ricordo prima di unirci alla ‘processione di carnevale per le vie del paese, con fratiegli, prieute, monace e tutto il popolo venafrano. Ci divertivamo e non c’erano gli euro. Ciao Benigno e ciao agli amici che ti invieranno le foto della loro età dell’oro per aiutare anche me a ricordare il Nostro Novecento. Aspetto. Io, a carnevale, continuo a divertirmi e si vede. Questo ricordo non te lo avevo promesso. Ciao a tutti. Masi.