Passa un giorno, passa l'altro.
Nel 1856, Giovanni Visconti Venosta, scrittore milanese, un giorno si sentì chiamare dalla sua portinaia:
- Signor Giovanni, il mio ragazzo è disperato, perchè deve fare un componimento in versi; ha cominciato, ma non sa più andare avanti. Il tema è il ritorno del crociato.
-Beh! E il ragazzo che cosa ha scritto?
- Ha scritto questi due versi:
Passa un giorno, passa l'altro,
più non torna il prode Anselmo.
- Il principio va bene - risponde il Visconti; -
continuerò io:
Perchè egli era molto scaltro,
andò in guerra e mise l'elmo.
Ne venne fuori una delle più buffe, delle più divertenti poesie, la quale ebbe tanta popolarità che il primo verso si dice proverbialmente quando vogliamo intendere che uno si fa troppo aspettare.
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