giovedì 3 luglio 2008

LA VITA.

Ho veduto un contadino il quale camminava innanzi a un suo mulo carico di legne; e l'uomo alla cintola aveva una corda che lo cingeva, e sulle reni stretto fra la cintola e il giubboncello alquanto fieno.
In tal guisa adescava quella bestia, alla quale pur sempre parendo di raggiungere quel fieno, erano men gravi le legne, e passava la via quietamente. Il buon uomo di tratto in tratto se ne lasciava carpire una parte senza già arrestarsi, ma abbreviando il passo, e in modo che la bestia creder potesse non dalla maggior lentezza del padrone, ma dalla sua maggiore velocità ciò venire.
Questa cosa mi commoveva; e mi pareva la storia dell'uomo, di cui la vita è segnata qua e là da qualche gioia ch'egli va pur continuamente cercando. - E Dio è come quel contadino: di tanto in tanto Egli ci largisce qualche consolazione, acciocchè noi non ci stanchiamo per via, vedendo l'inutilità delle nostre continue ricerche del ben vivere, e non ci venga disgusto della vita.
Oggi tornavo alla sentenza di stamattina vedendo come un villano il quale aveva comperato un vitellino al mercato, perchè camminasse per luoghi affatto a lui nuovi e lontano dalla dolce madre e dalla mandra, traeva spesso un granello di sale, e postoselo sulla palma della mano lo dava a leccare a quella bestiola; e spesso alzava la sferza. Così, o vitellino, tutta la tua vita, io dicevo; tutta così.

G. Scalvini.

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